Roma,
22 settembre 2015
Ai
Dirigenti Sindacali di tutti i livelli operativi
E
per loro tramite agli associati
RIMBORSO TASSA DI ISCRIZIONE AL COLLEGIO:
NURSING UP PORTA IN TRIBUNALE AZIENDE
SANITARIE ED OSPEDALI
DOPO LE DIFFIDE A TAPPETO CONSEGNATE SU
TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE PARTE LA FASE 2: QUESTA MATTINA IL VIA
LIBERA ALLA NOTIFICAZIONE DI NUMEROSE CAUSE “PILOTA” IN VARI TRIBUNALI
ITALIANI.
Gentili colleghi,
come è noto, Nursing Up sostiene da lungo tempo che, in
presenza di un vincolo di esclusività che lega l’infermiere pubblico dipendente
all’amministrazione di appartenenza, sia giusto ipotizzare che il costo
relativo all’iscrizione obbligatoria al Collegio Professionale di appartenenza
debba essere posta a carico del datore di lavoro.
Come sindacato abbiamo sempre spronato quei colleghi che, con
spirito pioneristico e con grande acume, hanno intavolato contestazioni di ogni
tipo con le amministrazioni di appartenenza per ottenere il riconoscimento di
tale diritto.
Finalmente la Corte di Cassazione, con sentenza n.7776
del 16/04/2015, ha attestato tale principio affermando il sacrosanto diritto
del pubblico dipendente (nella fattispecie si tratta di avvocati ma le
indicazioni della Suprema Corte appaiono assurgibili a riferimento
generale), a vedersi rimborsare il costo dell’iscrizione al proprio
Ordine professionale perché sostenuto, come Nursing Up ha sempre ritenuto,
nell’interesse “esclusivo” dell’Amministrazione pubblica per la quale
esercitano la propria attività professionale.
In base alla sentenza che riguardava il ricorso n. 17985/ 2012
Sezione Lavoro da parte dell’INPS, la Corte di Cassazione ha
stabilito che “ il pagamento della tassa annuale di
iscrizione all’Elenco speciale annesso all’Albo degli avvocati, per l’esercizio
della professione forense nell’interesse esclusivo dell’Ente datore di lavoro,
rientra tra i costi per lo svolgimento di detta attività , che, in via normale
devono gravare sull’Ente stesso. Quindi, se tale pagamento viene anticipato
dall’avvocato – dipendente, deve essere rimborsato dall’Ente medesimo, in base
al principio generale applicabile anche nell’esecuzione del contratto di
mandato, ai sensi dell’art. 1719 c.c., secondo cui il mandante e’ obbligato a
tenere indenne il mandatario da ogni diminuzione patrimoniale che questi abbia
subito in conseguenza dell’incarico, fornendogli i mezzi patrimoniali
necessari”.
Appare logico ed immediato il parallelismo con gli infermieri
che lavorano nelle strutture pubbliche, per i quali il rapporto di
mandato e’ addirittura (ed obbligatoriamente) esclusivo.
Ciò nonostante esistono tante voci contrarie e le
pochissime decisioni già adottate da alcun Tribunali in primo grado, sembrano
non aver considerato estensibile agli altri dipendenti pubblici il principio
sancito dalla Corte di Cassazione in base al quale le pubbliche amministrazioni
dovranno pagare agli avvocati gli importi da questi dovuti per l’iscrizione al
proprio albo professionale.
COME PRESIDENTE LA PENSO DIVERSAMENTE !
Per questo, anche sostenuto da una recente (e favorevole)
decisione di un tribunale Campano (che parrebbe dare ragione alle nostre
ipotesi), ho deciso di andare avanti con una precisa strategia , sia
extragiudiziale che giudiziale, sorretta dalla mia consueta
sensibilità e determinazione davanti a questioni di questo tipo
(che si giocano su interpretazioni giurisprudenziali e sulla corretta esegesi
del diritto).
In effetti, noi non condividiamo i primi orientamenti sulla
materia: come leader del Nursing Up ritengo, per quanto mi è
dato, che le sparute decisioni della magistratura sino ad ora assunte
(parlo di quelle che sembrerebbero negare il diritto che noi
rivendichiamo), non abbiano ancora la forza per realizzare un concreto
e consolidato orientamento giurisprudenziale. Sono fermamente
convinto che al provvedimento emesso dalla Cassazione, debba essere data
una interpretazione giuridica estensiva e che nel relativo campo di
applicazione possano rientrare, senza indugio, anche agli
infermieri pubblici dipendenti.
E’ evidente che nella mia qualità di cultore del diritto senta
forte il problema della sperequazione tra talune categorie di dipendenti
pubblici , (si pensi, solo per esempio, ad alcune problematiche ancora aperte,
come quella dei medici ai quali è consentito svolgere la libera
professione, cosa che agli altri viene negata ), pertanto razionalizzando la
profonda iniquità di queste differenze di trattamento , ho ravvisato la
correlata esigenza di combattere con ogni mezzo consentito affinchè tutti i
dipendenti pubblici possano vantare, oltre ai previsti doveri contrattuali ,
anche gli analoghi diritti.
Per questo ho deciso di scendere in prima persona sul campo
del diritto e come è già accaduto il mese scorso, quando la Regione Lazio
volle emanare norme che consentivano l’utilizzo di infermieri in sostituzione
degli O.S.S., regole poi cancellate a seguito delle nostre azioni, ho
voluto lavorare personalmente sui ricorsi, direi “a quattro mani” con
l’avvocato che opera presso la sede di legale rappresentanza .
I risultati sono, allo stato dell’arte, i numerosi ricorsi
scritti e che abbiamo fatto partire stamane: un lungo, perizioso e
delicatissimo lavoro che ci ha consentito di accendere azioni pilota in
numerose città e davanti ad altrettanti tribunali.
Se qualcuno dovesse chiedersi il perché di tante azioni giudiziarie,
rispondiamo che abbiamo deciso di essere coloro i quali, attraverso gli
auspicabili esiti positivi delle loro cause, vorranno contribuire ad
orientare la giurisprudenza in senso favorevole, affinchè la magistratura
riconosca il sacrosanto diritto degli infermieri pubblici dipendenti di
vedersi restituire le somme pagate per l’iscrizione al Collegio IPASVI,
compresi gli arretrati di legge, ed affinchè per gli anni futuri tale
contributo venga messo a carico del datore di lavoro.
Gentili colleghi,
è evidente che quella partita oggi è una vera e propria
crociata del Nursing Up, voluta fermamente dal nostro sindacato con il fine di
convincere con le nostre sacrosante ragioni i tribunali ai quali ci
rivolgiamo .
Nel frattempo, anche in attesa che si sviluppino e che si
consolidino i necessari orientamenti, ed indipendentemente dalle azioni in
corso, tutti gli infermieri che lavorano nel pubblico impiego , dal canto
loro, potranno mettersi in contatto con i dirigenti locali del sindacato
Nursing Up per ottenere una copia della diffida da firmare, ed inviare
alla propria amministrazione tramite raccomandata e ricevuta di ritorno.
Ricordo che si tratta di un documento che potrebbe
diventare indispensabile per eventuali e future azioni giudiziarie che
potranno essere necessarie ,nel caso in cui i risultati delle cause
pilota oggi promosse dal sindacato fossero a favore degli infermieri , ma anche
perché, lo stesso, interrompe i termini di prescrizione del diritto agli
arretrati sulle somme eventualmente spettanti ad ogni avente diritto .
Gli iscritti che dovessero avere difficoltà a contattare
dirigenti potranno chiedere informazioni al numero verde 06-5123395.
Lunga vita al Nursing Up
Il Presidente
Antonio De Palma