DDL Responsabilità professionale : la tutela assicurativa degli
infermieri e’ tanto maggiore quanto migliori sono le condizioni di polizza .
Per ottenere standard di tutela elevati è necessario che la legge
promuova sempre più le associazioni di categoria con elevato potere
contrattuale che, all’interno della propria quota associativa, dedicano risorse
importanti per dare, gratis, agli iscritti coperture assicurative a
condizioni che mai, il singolo , disgiuntamente, potrebbe ottenere.
Il punto di vista del Nursing Up.......
Preliminarmente urge sottolineare che il testo di DDL relativo
alla responsabilità professionale, attualmente all’esame della Commissione
Sanità del Senato, contiene alcuni aspetti che il Nursing Up condivide mentre,
alcuni altri, che necessiterebbero di correttivi sostanziali.
Si tenga anche conto che il tema della responsabilitÃ
professionale in ambito sanitario in Italia è ormai diventato oggetto di
dibattito con frequenza inspiegabilmente ciclica, a livello tanto
istituzionale quanto di categorie professionali coinvolte.
E non si dimentichi neppure che le numerose versioni del
DDL e delle bozze dei decreti attuativi ai quali lo stesso DDL
rinvierebbe e che fino ad oggi sono state poste all'attenzione delle
parti in causa, sono sempre state oggetto di infinite ed inconcludenti
discussioni che, alla fine, si sono risolte in nient'altro che "lettera
morta".
Dunque, prima di esprimere qualsivoglia parere, valutazione e/o
commento sarebbe opportuno poter disporre di un testo, nei limiti del
possibile, ultimo e definitivo, sia per quanto attiene al DDL e sia per quanto
riguarda , i decreti attuativi correlati.
Letto il Disegno di Legge sotto la nostra lente di
sindacato di categoria , una cosa risulta evidente : per la prima volta,
il Parlamento inserisce nel testo l’obbligatorietà della polizza RC
colpa grave per tutti gli
infermieri, anche dipendenti pubblici e privati, in questo,
confermando quell'esigenza, importante e non più procrastinabile che discende ,
in primis, dalla posizione assunta da prevalente ed univoca giurisprudenza di
merito e che il Nursing Up sposa ormai da anni e cioe’, che ogni
infermiere italiano farebbe bene a dotarsi della propria copertura
assicurativa poichè sono ormai all’ordine del giorno i provvedimenti giudiziari
di condanna per riconosciuta colpa grave nei confronti di professionisti
infermieri "pubblici dipendenti" per il danno conseguente a lesioni
arrecate a propri pazienti.
Corrobora e conferma l’opportunità degli obblighi indicati
nel DDL , fugando qualsiasi dubbio sulla materia, la recentissima Sentenza della Corte di
Cassazione 7106 del 12/04/2016 , che ha visto
condannare una infermiera al pagamento di oltre 400.000,00
euro, in solido con il medico , per la morte di un paziente causata dalla
disposta prescrizione di un farmaco da parte di quest’ultimo e
dell’avvenuta , conseguente somministrazione di tale farmaco senza diluizione .
Dal nostro “osservatorio privilegiato ” ricordiamo che troppi
colleghi non assicurati” sono periti , schiacciati da sentenze di
condanna nei loro confronti, alle quali hanno dovuto far fronte con
risorse proprie , quindi anche indebitandosi.
Detto questo , ed attendendo” le condizioni minime standard “ che
le polizze dovranno garantire , perché previste dalle introducende
modifiche normative , diventa indispensabile sottolineare il ruolo benefico e
la responsabilità che possono avere in questo contesto le associazioni ( di
categoria, sindacali o di mutuo soccorso ) .
Noi del Nursing Up, dopo anni di esperienza come
associazione che ha deciso di calarsi in prima linea nella tutela degli
infermieri nella materia della colpa grave, possiamo asserire ,senza
ombra di dubbio , che il professionista sanitario alla ricerca di
una idonea copertura assicurativa che sia possibilmente
personalizzata rispetto alla professione di riferimento ed alla tipologia di
impiego e/o attività che egli svolge, ha bisogno di essere
assistito .
Non si può pensare che l’interessato possa addentrarsi in
quella giungla che è il mercato assicurativo RC colpa grave senza assistenza
qualificata , ancor più oggi, dove osserviamo all’apertura in Italia , talvolta
solo provvisoriamente, di assicurazioni operanti in ogni angolo della
U.E. che si affannano a proporre prodotti sul mercato che troppo
spesso si rivelano, allo stato dei fatti, difficilmente esigibili .
In questo non aiuta nemmeno l’ipotizzato
“Fondo Rischi Sanitari” previsto nella precedente versione degli attesi, ma mai
adottati, decreti attuativi previsti dal
Decreto - Legge 13 Settembre 2012 n 158 poi convertito con modificazioni, e che
qualcuno oggi potrebbe pensare di prendere in considerazione come base per la
predisposizione dei novelli provvedimenti. Tale Fondo infatti, così come è stato pensato
non contribuisce , a livello fattuale, a risolvere i problemi del
professionista nell’individuare una valida copertura assicurativa.
Come sindacato abbiamo più volte scritto e dimostrato che in
Italia continuano ad essere presentate ai professionisti una miriade di
proposte contrattuali che si pongono ai limiti della legalità o
, ancor peggio, proposte assicurative che seppur rientrando nei perimetri della
legalità formale, sono caratterizzate da talmente tante e tali
previsioni di tipo vessatorio, da ridurre al lumicino la possibilità di
concreto utilizzo delle coperture assicurative che esse si vantano di
vendere a caro prezzo.
Ciò purtroppo continuerà ad accadere anche a seguito
dell’eventuale approvazione del DDL in itinere.
Accadrà nonostante la buona volontà del legislatore, nonostante
la previsione di svariati decreti attuativi che possano definire le
condizioni minime di tutela imposte alle compagnie che operano in questo
settore, e nonostante le disposizioni e la pregevole attività di
sorveglianza condotta dall’IVASS che interagiscano nel favorire le basi per una
ottimale individuazione e gestione da parte del singolo, sia della compagnia
assicuratrice che del prodotto che fa al caso proprio.
Non dimentichiamo che un
prodotto assicurativo fallace può essere proposto nel pieno rispetto dei
vincoli di trasparenza ed informazione imposti dal legislatore e mirabilmente
presidiati dall’IVASS . Noi abbiamo letto e valutato, nella nostra attivitÃ
di ricerca del prodotto migliore da acquistare per i nostri iscritti, polizze mirabolanti, che promettevano il pagamento di
sinistri elevatissimi, con costi “ad personam” bassissimi . Parliamo di premi
di poche decine di euro, per contratti caratterizzati da una serie di limiti e
vincoli che rendono, “all’atto pratico”, inesigibili le garanzie che
vendono.
Al riguardo non è ultimo il caso di coperture assicurative, oggi
circolanti, che promettono grandi coperture e garanzie per poi specificare, da
qualche parte nell’inestricabile groviglio di codici e norme vessatorie che li
compongono , che l’apertura del
sinistro avverrà solo in esito a sentenza della corte dei conti “ oppure
in esito a sentenza passata in giudicato”.
Questo, per i meno pratici, significa
che un infermiere condannato a risarcire un danno di euro 100.000,00 ad esempio, resterà debitore del soggetto
offeso sino alla sentenza di ultimo grado, e sino ad allora dovrà trovare il
modo per pagare quanto dovuto .
Ma se questo fosse ancora poco è possibile rincarare la dose, perché
lo stesso professionista, dopo aver atteso alcuni decenni, e quindi solo quando
la querelle giudiziaria avrà raggiunto l’ultimo grado di giudizio, potrebbe
trovarsi di fronte a quella stessa compagnia assicuratrice che al
momento della sottoscrizione gli aveva promesso il pagamento di mari e monti,
che gli opporrà un contratto (da lui sottoscritto con tanto di ricevuta
informativa) che prevede, a tale data, esclusivamente “l’apertura del sinistro ” , ergo, il sinistro viene
aperto al momento della sentenza definitiva … . I più attenti comprenderanno, tra
l’altro, che “aprire il sinistro”, non
significa “pagare il sinistro”.
Ebbene potrà sembrare paradossale , ma tutto questo può accadere a danno degli interessati, ma nel rispetto della legalità e
della trasparenza : tutto è previsto contrattualmente , i contratti rispettano
le indicazioni di legge e quelle IVASS . Peccato
che troppo spesso , purtroppo ,i professionisti vengono indotti in leggerezza
a causa del sostegno o la promozione di tali prodotti da parte di
soggetti collettivi che , per interessi di bottega e/o perché
inconsapevoli della reale portata delle polizze che propongono ai propri
iscritti, li invitano ad aderire con disarmante tranquillità .
Oltre a tutto questo , al momento in cui si interviene per metter
mano all’intricato dedalo della regolamentazione delle coperture assicurative
RC colpa grave, bisogna tenere in opportuna considerazione una seconda
tipologia di problemi , non meno importante della prima, e che inviterebbe il
Parlamento ad enfatizzare, cogliendo l’occasione del discutendo DDL, proprio l’attività catalizzante e benefica di quei
gruppi associativi che hanno “fondata esperienza sulla materia” :
nell’algido e matematico ambito attuariale, disciplina mediante la
quale le compagnie assicuratrici stabiliscono i prezzi delle proprie polizze,
“un professionista solo ” non avrà mai il potere contrattuale che puo’ avere
“un gruppo di persone che si uniscono per affrontare assieme la medesima
problematica”.
Parliamo proprio delle associazioni oppure di altri gruppi
costituitisi in rappresentanza di interessi collettivi e nel rispetto
delle leggi, a garanzia univoca delle esigenze di cittadini accomunati dallo
stesso bisogno.
In base a questo principio, l’alveo delle tutele , garanzie e
prerogative che una polizza assicurativa riconosce al singolo, non può che
crescere , a parità di prezzo, man mano che aumenta la platea degli interessati
al medesimo prodotto, e quindi i componenti il gruppo associativo .
Questo accade semplicemente perché l’interesse collettivo verso un
prodotto aumenta il potere contrattuale delle persone coinvolte nella ricerca ,
nella negoziazione ed infine nell’ acquisto della loro polizza assicurativa
“ottimale” .
Una siffatta polizza , infatti, non si rivelerÃ
standardizzata “rispetto a bisogni generali ed astratti del mercato” , ma
bensì “personalizzata rispetto ai bisogni di tutti quei cittadini che si
riconoscono nel medesimo contenitore associativo”.
Insomma, un legislatore oculato riconosce e sostiene il lavoro
svolto da quei gruppi di cittadini proattivi e partecipativi in risposta
ad un medesimo problema ( associazioni e/o altri enti non profit) e che
si propongono di mettere a disposizione dei propri aderenti quel bagaglio
di conoscenze e competenze nella materia che, unito al
loro potere contrattuale- anche economico ( perché operano negli
interessi di più persone) , consentano di cucire addosso ai cittadini mandatari
( cioè le persone riunite in gruppo) , coperture e garanzie
assicurative che mai il professionista avrebbe potuto ottenere come
singolo contraente.
Ed è proprio qui che si incontra il punto nodale della questione :
i prodotti assicurativi “validi” sono pochi e vengono venduti “ai
singoli” a prezzi proibitivi.
Di “simil polizze” , invece , ce ne sono in giro
tante nel mercato della colpa grave in Italia .
Proprio per tutto questo il sindacato Nursing Up ha scelto , ormai
da anni, di offrire ai propri associati un insieme di tutele e garanzie,
tra queste anche la tutela RC colpa grave,e lo fa in maniera
completamente gratuita, ricomprendendole nell’alveo dei servizi e delle
assistenze in difesa della loro condizione lavorativa , parliamo di quelli ai
quali hanno diritto gli iscritti per effetto del mero conferimento della
quota associativa .
Con l’intento di approfondire un altro aspetto
importantissimo, cioè quello relativo all’assoluta e concreta
impossibilità , per un singolo operatore, di acquistare “una
buona polizza RC colpa grave” a causa degli elevatissimi prezzi
di mercato, abbiamo voluto girare un semplice quesito all’agente procuratore
della compagnia assicurativa che attualmente copre il rischio RC colpa grave
per gli iscritti del Nursing Up .
All’ agente/procuratore interessato , abbiamo chiesto quanto
segue : “se un infermiere “x” chiedesse di beneficiare delle medesime
condizioni della polizza esistente e destinata agli iscritti del Nursing Up
presso la vostra agenzia, quanto pagherebbe?
Ebbene la risposta e’ stata questa : riceverebbe
un esplicito “ non possiamo offrirti queste coperture” .
Tutto cio’ accade, sempre secondo l’agente assicuratore ,
perché la compagnia non potrebbe mai vendere ad una sola persona fisica una
polizza contenente tante e tali importanti garanzie , in quanto quell’elevato
livello di tutele e prerogative ( massimale, retroattività , tipo di copertura ecc
ecc) sotto il profilo rischio/ rendimento sarebbe improponibile al
singolo cittadino , oppure ,
ma questo lo aggiungiamo noi, avrebbe costi spropositati .
Ciò nonostante, ma solo su nostra insistenza, l'agente
assicurativo interpellato ci ha indicato formalmente
che " un quarantenne di Roma che esercita la professione di
infermiere, per sottoscrivere una polizza con condizioni ( per giunta) di gran
lunga peggiorative rispetto a quelle di cui beneficiano gli iscritti del
Nursing Up, pagherebbe euro 400,00 all'anno". E’ evidente che si
tratta di una pretesa elevatissima , che difficilmente un infermiere
dipendente potrebbe inserire nelle proprie spese di routine se non a costo di
importanti sacrifici e per avere un prodotto di qualità non comparabile .
Ma questo non è tutto, perché l’
auspicabile intervento del legislatore in favore di quei gruppi di
persone che perseguono il medesimo fine ( associazioni ecc) , consentirebbe
anche di tutelare i singoli sotto il profilo della trasparenza.
Si, parliamo proprio della trasparenza, problematica che
tali tipologie di associazioni elevano al rango di esigenza sociale, e
che , ”quindi”, come tale viene affrontata periziosamente e
con zelo .
Si pensi , ma solo a scopo di mero esempio, al ruolo “di tutela”
che svolge il Nursing Up verso i propri associati quando li chiama e li
sensibilizza a prendere visione , approfondire ed a confermare , attraverso
una procedura specifica e formalmente dedicata, le note informative ed
ogni altro documento contrattuale che riguarda le coperture a loro
destinate, e ciò accade nonostante tali coperture vengano erogate in
forma assolutamente gratuita. In questo contesto , quello della trasparenza
appunto, le associazioni “ hanno
un ruolo catalizzante degli interessi di informazione degli
associati“.
Proponiamo pertanto, che il DDL sulla Responsabilità professionale
attualmente in discussione, venga integrato con una norma che, riconoscendo l’elevato valore sociale e di tutela di
quelle associazioni meritevoli, cioè le organizzazioni che decidono di
operare in qualità di soggetti “acquirenti di prestazioni
assicurative destinate in forma gratuita agli associati ”, riconosca
le stesse quali latrici di pubblico interesse e,
conseguentemente, attribuisca loro una capacità di accesso alla
documentazione informativa che le compagnie assicuratrici
sono tenute a produrre prima dell’immissione sul mercato di nuovi prodotti
assicurativi e cio’ proprio al fine di formulare proposte , ma anche
individuare e segnalare eventuali criticità , prima dell’immissione in
commercio di un nuovo prodotto, .
E’ del tutto evidente che l’introduzione di una norma di
questo tipo potrebbe dare enfasi a comportamenti virtuosi in tema di
trasparenza , sia per le polizze singole sia per le
polizze collettive che per le convenzioni.
E’ necessario dare impulso proprio a quella tipologia di circolo
virtuoso che le associazioni di cui parliamo innescano con il loro
operato .
Insomma, sarebbe necessario introdurre norme che, fermi diritti e
titolarità di ogni singolo professionista di individuare la forma di tutela RC
colpa grave che risponda ai requisiti minimi eventualmente indicati da
legislatore , promuovano concretamente “ la reale
tutela collettiva degli interessi degli associati” , scoraggiando , di
converso, quelli di certa altra
parte del mondo associativo che , non avendo all’interno della propria
organizzazione la volontà e/o l’efficienza necessaria ad attivare tali
politiche, si limita a disperdere le proprie risorse sociali “ in non
meglio identificati servizi o assistenze “, modalitÃ
laconica, che troppo spesso viene utilizzata per sviare il vincolo di trasparenza
sociale interna e sull’ uso corretto delle risorse gestite .
Chiediamo , inoltre, al Parlamento , di introdurre nel DDL
in esame norme che impongano alle compagnie assicuratrici, prima
dell’immissione in mercato di nuovi prodotti assicurativi RC colpa grave, di
sottoporre ad un esperto “terzo” e pubblicamente, il confronto tra il
prodotto che si intende immettere sul mercato ed almeno 3 altri prodotti
analoghi, quindi forniti da altre compagnie introducendo,
contestualmente, l’obbligo per tali compagnie di trasmettere i risultati della
comparazione a tutti i soggetti latori di interessi collettivi “ concreti”
sulla materia , e ciò ai fini della massima informazione agli associati.
Posto tutto quanto sopra, solo a margine della presente e per
opportuna precisione, siamo stupiti di aver letto in questi giorni alcuni
commenti, al DDL di cui qui si parla, di fonte di alcuni sindacati meno
numerosi del Nursing Up ( per numero di iscritti che vi aderiscono)
, i quali, sostenendo di tutelare la categoria , si preoccupano di
sollevare pleonastiche esigenze di trasparenza dei prezzi relativi alle
coperture assicurative nei casi in cui tali coperture fossero fornite
gratis agli associati, e cioè ricomprese nella quota sociale globalmente
considerata.
Certo ai lettori sarà ben noto che esistono sindacati che
hanno quale mission statutaria, tra le altre cose, anche quella di dare servizi
gratuiti ai propri associati a fronte di altri , invece, che di servizi
"onerosi a proprio carico " non ne danno affatto. Anzi, come
accade proprio nel caso delle coperture assicurative , in tali ultime
organizzazioni se un iscritto ha bisogno di tutele assicurative se le
deve pagare da solo; cio’ ovviamente non legittima “i
singolari ragionamenti che abbiamo letto” e che certo non favoriscono gli
interessi di tutta una categoria di professionisti sanitari ormai
in ginocchio , quale quella degli infermieri.
Per noi, perdersi dietro a polemiche propagandistiche ,
significa anteporre agli interessi degli infermieri quelli di
quelle associazioni o sindacati che non danno , con la propria
quota associativa, alcun servizio assicurativo ai propri iscritti ma che
nonostante ciò, paradossalmente, puntano il dito contro chi invece , oltre
a tutto il resto quei servizi assicurativi li garantisce evitando per questo di
chiedere un corrispettivo !
Ci chiediamo in particolare, che utilità ha, all’interno di una
discussione che ridisegna la responsabilità professionale degli operatori
sanitari e che ne impone una copertura assicurativa per il rischio RC colpa
grave, una polemica sollevata al fine di sminuire la
portata ,l’importanza e la responsabilità rivestita dalle associazioni
,anche sindacali ,più efficienti in questo contesto.
Confondere tutto questo con una competizione tra associazioni ,
cioe’ tra chi riesce a farlo e chi non ci riesce, significa privare
l’infermiere di coperture che non avrebbe se non ci fossero proprio le
associazioni virtuose, come il Nursing Up ad esempio, che si confronta
da anni con diverse assicurazioni selezionate , tra quelle operanti in tutto il
mondo, proprio per ottenere condizioni che salvaguardino il
professionista sanitario.
Stante quanto sopra, lasciamo a chi legge, la possibilità di
fare ogni propria conseguente valutazione.
Nursing
Up
Il
Presidente
Dott
Antonio De Palma