(di Elisabetta Graziani)
Mascherine con il contagocce, pochissimi guanti e camici a volte fuori norma. Una mappa delle ‘zone grigie’ del Nord in cui la condizione degli infermieri a contatto con i pazienti affetti da Covid 19 è o è stata in diversi casi “oltre ogni limite”. Il presidente del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma, in un colloquio con LaPresse si dice contrario allo ‘scudo legale’ se scagiona i dirigenti colpevoli di aver mandato allo sbaraglio gli ‘eroi’ della prima linea. E annuncia l’intenzione di far partire le denunce.
Iniziamo dai numeri. Quanti sono gli infermieri morti a causa del Coronavirus?
Secondo il sistema sanitario nazionale sarebbero ‘soltanto’ ventisei, ma il numero non è reale. A noi sono arrivate tante segnalazioni di infermieri deceduti tra gennaio e marzo con sindromi respiratorie ai quali semplicemente nessuno ha fatto il tampone. E poi ci sono i contagiati. Secondo il Ssn sono 135mila gli infetti totali, di questi il 9-10% tra gli operatori sanitari cioè tredicimilacinquecento. Di questi il 52% sono infermieri, quindi stiamo parlando di 6-7mila persone.
Cosa non ha funzionato?
Primo, l’assenza totale di coordinamento tra le Regioni: si è andati in ordine sparso con il minimo comune denominatore della mancanza totale di dispositivi di sicurezza. Una collega si è tolta la vita perché terrorizzata di poter essere veicolo di contagio. Altri non andavano in bagno durante il turno perché dopo avrebbero dovuto cambiare i guanti e ce n’erano pochi.
Andiamo nello specifico…
Dai nostri delegati nelle regioni del Nord è emerso un dato inquietante: le mascherine Ffp3 sono introvabili; le uniche, secondo l’Istituto superiore di sanità, in grado di proteggere dall’effetto aerosol che con questa patologia è la normalità.
In Lombardia le mascherine sono centellinate dalle aziende sanitarie, nel senso che dicono ai caposala di risparmiarne l’uso o alle farmacie di limitarne la distribuzione. E i tamponi non vengono ancora fatti a tutti gli operatori. In Veneto la realtà è migliore rispetto al passato, ma cominciano a mancare camici e occhiali a norma. In Piemonte invece la situazione è disastrosa, pare che i magazzini dell’unità di crisi siano quasi vuoti e che per far fronte alle esigenze di dispositivi di protezione le aziende sanitarie comprino da privati e si servano delle donazioni. A Trento ci sono pochi strumenti di protezione e sembra abbiano fornito tute non a norma. A Bolzano pare sia stata acquistata dalla Cina una partita di mascherine per 10 milioni di euro e che un istituto viennese abbia verificato che 39 su 100 non soddisfano neanche il livello di protezione dato dalle Ffp1.
Cosa chiedete?
Chiediamo meno proclami e più indennizzi. Oggi tutti, politici e cittadini, dicono che siamo degli eroi, ma sanno quanto guadagna un infermiere come indennità notturna? 2,74 euro lordi l’ora. E quelli del Sacco o del Fatebenefratelli di Milano, ma anche i piemontesi, con uno stipendio di 1400 euro si sono dovuti pagare un locale in affitto vicino agli ospedali per non rischiare di contagiare i propri cari a casa. Noi chiediamo un indennizzo risarcitorio per questo periodo, più uno costante mensile.
Siete favorevoli allo ‘scudo legale’ proposto da alcuni politici?
Siamo disponibili a valutare una norma che, vista la grave disorganizzazione dovuta all’emergenza, tuteli il personale ospedaliero in prima linea e lo liberi da responsabilità. Ma non siamo a favore di una norma che scagioni chi nelle strutture sociosanitarie pubbliche e private ha fatto attività gestionale e amministrativa. Chi, al posto di fare prevenzione, si è reso responsabile di aver messo a rischio l’incolumità di chi stava sul fronte, va sottoposto al giudizio della magistratura. Abbiamo segnalazioni da ogni dove di dirigenti che non hanno dato i dispositivi di sicurezza a tempo debito ai loro operatori.
Siete disposti, nel caso, a promuovere azioni legali?
Stiamo realizzando delle indagini per mettere da parte le segnalazioni, poi le faremo presenti all’autorità giudiziaria. Abbiamo già fatto degli esposti, ma valutiamo anche di fare denuncia contro comportamenti omissivi e colpevoli. (Da LaPresse)